Si è concluso con successo il primo corso di cucina thai.
Era per me una prima esperienza, carica di aspettative, tutte soddisfatte.
Può essere più e meglio, ma l’ energia impetuosa e caciarona delle prime volte è sempre impagabile.
Non sono né una chef né una cuoca professionista, e ciò si vede dalla mancanza di metodo nel taglio, dall’ imprecisione delle dosi e da altre piccole cose.
Compenso con entusiasmo trascinante, inventiva pronta ed assenza di paura davanti a imprevisti.
Un’impavida appassionata di cucina.
Ho iniziato facendo corsi di cucina ayurvedica insieme a una cara amica pacata, precisa, mosaicista di professione e dunque meticolosa e accurata.
In un’azienda agricola del pordenonese, nel radioso aprile del 2011, abbiamo nuotato nell’ oceano dell’Ayurveda: io tracciando la rotta a impetuose bracciate, lei creando cordoni di boe per chi ci seguiva e voleva mettere in pratica quello che aveva appena sentito.
Io la teoria, lei la pratica.
Quando ha deciso di dedicarsi a tempo pieno alla sua carriera di mosaicista, io mi sono ritrovata, per un lunghissimo istante, in stallo: continuare? abbandonare ? e se non fossi stata abbastanza brava ? sufficientemente all’altezza? adeguatamente in grado di gestire gruppi impegnati a tagliare, impastare, stendere, cuocere?
Ho fatto come Clark Gable in Via col vento : me ne sono infischiata.
Da allora ho tenuto corsi, con altre amiche o da sola, in negozi di cucina radicalchic, in cucine da campo di punti verdi, in associazioni culturali, scuole di yoga, accademie di naturopatia, case private, ville del ‘600.
7 anni, decine di corsi, centinaia di persone.
E ora un nuovo inizio.Che meraviglia gli inizi, che energia.
Grazie, ne voglio ancora.